IL
PORTO NASCOSTO
(segni
e simboli)
|Art
City Bologna 2015
(Complesso Museale
del Baraccano - Sala Esposizioni Giulio Cavazza)
a cura di
Adolfina De Stefani e
Gaetano Salerno
inaugurazione
sabato 24 gennaio 2015, ore 21.00
apertura mostra
24gennaio>30
gennaio 2015
Enrico
Bonetto
Fabio
Citton
Masayuki
Koorida
Gian
Paolo Lucato
Ernesto
Morales
Sabina
Romanin
presentazione
critica a cura di Gaetano Salerno
COMPLESSO
MUSEALE DEL BARACCANO
Sala Esposizioni
Giulio Cavazza
Quartiere
Santo Stefano ,Via Santo Stefano, 119 Bologna
In
occasione di ArteFiera Bologna 2015, nell’ambito di Art
City 2015, verrà inaugurata sabato 24 gennaio 2015 alle
ore 21.00, presso il Complesso del Baraccano - Sala Esposizioni
Giulio Cavazza del Quartiere Santo Stefano di Bologna
(via Santo Stefano, 119), la mostra collettiva IL PORTO
NASCOSTO (segni e simboli). L’evento, a cura di Adolfina
De Stefani (artista e curatrice) e di Gaetano Salerno
(curatore e critico d’arte), è realizzato in
collaborazione con il Museo Internazionale dei Tarocchi di Riola
(Vergato – Bologna), Mismomatic, Segnoperenne e
Areacreativa42 e patrocinato dal Comune di Bologna e
dal Quartiere Santo Stefano. Presenti in mostra sei artisti
di varie nazionalità, selezionati per l’occasione dai
curatori e posti in dialogo sia con l’annuale Mostra dei
Tarocchi (la cui inaugurazione è prevista presso i
medesimi spazi espositivi alle ore 18.00 di sabato 24 gennaio 2015)
sia tra di loro, ciascuno invitato a indagare, assecondando le
personali grammatiche e i propri linguaggi artistici, il tema del
segno e del simbolo. Enrico Bonetto, Fabio
Citton, Masayuki Koorida, Gian Paolo Lucato,
Ernesto Morales e Sabina Romanin rifletteranno sulla
scrittura (intesa come rappresentazione grafica e come forma
simbolica), legandosi così alle simbologie dei tarocchi e al
messaggio veicolato oltre la valenza della forma, ponendo particolare
enfasi sul significato del segno e sulla decodifica del linguaggio
nascosto (grafema, morfema, immagine) che ogni opera d’arte
introduce e lentamente lascia affiorare. Il titolo della mostra vuole
essere un omaggio alla prima raccolta di poesie di Giuseppe Ungaretti
(Il Porto Sepolto, 1916) attraverso la quale il poeta ricerca
e tenta di svelare, nel mondo sotterraneo e nascosto dell’origine
della propria storia, il significato primario dell’esistenza.
Anche i sei artisti come il poeta, utilizzando la pittura, la
scultura, il video, l’installazione, il ricamo, la fotografia,
nascondono nei propri lavori, poco sotto la superficie mostrata al
pubblico nella sua struttura assoluta e conclusa, segni e simboli da
riconoscere, decodificare e interpretare per giungere a una verità
che l’opera cela e possiede, come messaggio occultato, pur
negandone l’evidente apparenza.
Artisti
Enrico
Bonetto nasce a Padova nel 1972. Dai genitori,
restauratore e sarta, eredita l’amore per la matericità
e per le textures. Da subito manifesta una passione prima per il
disegno tecnico e poi per quello artistico, che lo seguirà
negli studi fino (dopo aver conseguito una laurea in ingegneria
civile) alla fondazione di “ETC STUDIO…”
specializzato in architettura e design. Il 1999 è l’anno
in cui la produzione artistica inizia a essere regolare fino ad oggi
percorrendo in maniera trasversale tutta la storia dell’arte
contemporanea: lo stile passa da postimpressionista a informale fino
alla minimal art, sempre reinterpretato e reinventato in chiave
personale. È in questi anni che si cimenta anche con la
scultura, principalmente opere in legno e la fotografia. È
questo il suo ultimo amore dalla foto tradizionale con la macchina
Reflex, alla digitale rivista con Photoshop fino all’uso
dell’intramontabile Polaroid.
Fabio
Citton nasce a Venezia nel 1961; vive e lavora a Mogliano
Veneto (Treviso). Si diploma in pittura presso l’Accademia
di Belle Arti di Venezia nella sezione di Pittura. Partecipa a
numerose Collettive della Fondazione Bevilacqua La Masa di
Venezia ricevendo vari premi e riconoscimenti. Allievo di Vittorio
Basaglia, lo affianca nella reinterpretazione degli affreschi del
Tiepolo a Palazzo dei Leoni di Mira (Venezia) e nella ricostruzione
dell’opera scultorea “Marco Cavallo”. Fa parte
dell’Associazione Culturale Oltre lo sguardo e del
Centro Artistico Piranesi ed è presente alle principali
rassegne espositive promosse dai due gruppi. Espone inoltre in
numerose mostre personali e collettive, articolando il proprio lavoro
- sempre improntato alla ricerca dell’essenzialità, del
minimalismo e del rapporto tra segno e vuoto - tra pittura, scultura
e installazione, utilizzando e sperimentando diversi materiali,
spesso di recupero. Insegna presso il Liceo Artistico “M.
Guggenheim” di Venezia.
Masayuki
Koorida nasce a Kyoto nel 1960. Vive e lavora a Shanghai.
Nel 1983 si laurea presso la Musashino Art University di
Tokyo. Dopo un periodo d’intenso lavoro nel suo Paese si
trasferisce nel 1999 in Olanda e nel 2002 a Taiwan. Si sposta poi in
Cina dove attualmente ricopre l’incarico di direttore dello
Shanghai Sculpture Park, alternando il lavoro di scultore tra
Shanghai e Taiwan. Dal 1990 partecipa a numerosi eventi espositivi in
Oriente e in Europa, ricevendo prestigiosi riconoscimenti dalla
critica internazionale. Sue sculture ambientali sono presenti in
importanti collezioni pubbliche; tra le principali collocazioni il
Rose Garden di Taiwan, lo Yuzi Paradise di Guilin
(Cina), lo Shanghai Sculpture Park, il Yuehu Museum of Art
di Shanghai, il Tanshan New Town di Nanjing (Cina), il
Frederik Meijer Gardens & Sculptures Park di Grand Rapids
(USA), lo Yorkshire Sculpture Park (Inghilterra), la Stone
Forest di Shanghai.
Gian
Paolo Lucato nasce a Bassano del Grappa nel 1942, dove
vive e lavora. Diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di
Venezia nel 1970, ha insegnato presso il Liceo Classico e il
Liceo Scientifico della sua città. Dopo aver conseguito il
diploma presso l’Istituto d’Arte di Nove, nel 1967
inizia la sua carriera artistica vincendo, assieme ad un amico, un
premio internazionale di design a Faenza. In seguito ai corsi di
Giuseppe Santomaso presso l’Accademia di Venezia inizia
un’intensa attività espositiva in Italia e all’estero,
partecipando a diverse mostre personali e collettive. Utilizza la
fotografia e il computer per creare composizioni visive in cui si
sovrappongono paesaggi e monumenti alla ricerca di un connubio
espressivo e di un equilibrio compositivo che riunisce, intuendo
spunti di dialogo e di biunivocità, elementi naturali,
pittorici e architettonici; operando inoltre una sintesi tra Storia
e Natura determina luoghi visivi in cui gli elementi,
espressi da particolari significativi, individuano il giusto posto
nello spazio, stimolando nuovi percorsi di analisi e recupero di
memorie condivise.
Ernesto
Morales artista argentino, nasce nel 1974 a
Montevideo (Uruguay); vive in Italia a Torino. Dal 2006 lavora tra
l’Europa e il Sudamerica. L’intenso periodo formativo
trascorso a Buenos Aires lo porta a ottenere il titolo di Professore
di Pittura e successivamente il Dottorato in Arti Visive
presso l’Academia de Bellas Artes. Dal 1999 al 2006
ha insegnato Pittura e Storia dell’Arte Latino-Americana presso
l’Universidad de Buenos Aires; è stato inoltre
Direttore dell’Academia de Bellas Artes della Provincia
di Buenos Aires. Il suo percorso artistico internazionale lo ha
portato a realizzare mostre istituzionali e private in Paesi di
diversi continenti tra cui Argentina, Uruguay, Brasile, Mexico,
Italia, Francia, Germania, Spagna e Cina. Nel 2011 la Repubblica
dell’Uruguay gli ha dedicato una grande mostra presso
l’Istituto Cervantes di Roma. Il lavoro di Ernesto
Morales si collega, attraverso diverse manifestazioni del paesaggio,
ai luoghi dell’inconscio e della memoria e delle migrazioni
fisiche e mentali, dove le cose hanno la sola consistenza della luce
e dell’immaginazione, ponendosi in dialogo con il realismo
magico sudamericano. Parallelamente il suo lavoro è improntato
verso una costante ricerca sugli sviluppi del linguaggio della
pittura. Dal 2000 l’attività artistica di Ernesto
Morales è patrocinata dall’Ambasciata Argentina e
dall’Ambasciata dell’Uruguay in Italia,
dall’Assessorato
alla Cultura della Città di Buenos Aires, dal Ministero degli
Esteri Argentino e dall’Istituto
Italiano
di Cultura della città di Buenos Aires.
Sabina
Romanin vive e lavora a Pordenone. Dopo la laurea in
lingue e letterature straniere conseguita presso l’Università
Ca' Foscari di Venezia si diploma in pittura presso l’
Accademia di Belle Arti di Venezia e frequenta l’Accademia
di Plymouth (Inghilterra). La sua ricerca artistica è
orientata all’arte tessile e include libri d’artista e
poesia visiva, installazioni e azioni performative in Italia e
all’estero. La ritrattistica riveste un ruolo centrale per
l’efficacia del filo cucito nella resa psicologica dei soggetti
ritratti. Le sue opere tessili sono presenti in collezioni pubbliche
e private. E’ stata invitata a simposi internazionali in
Slovenia, Polonia e Austria. La mostra IL PORTO NASCOSTO (segni e
simboli) sarà visitabile dal 25 al 30 gennaio 2015.
L’intenso e articolato programma della serata inaugurale di
sabato 24 gennaio 2015 è così cadenzato:
ore18.00: inaugurazione mostra TAROCCHI APPROPRIATI e
visita guidata all’esposizione con presentazione delle opere di
ventidue artisti internazionali a cura di Giovanni Pelosini e liriche
a cura di Jari Casagrande. ore 19.00: conferenza e
videoproiezione sul tema “Bologna: la città che ha
inventato i Tarocchi, Arcani ... e altre magie dedicate a Bologna
antica” a cura di Morena Poltronieri e Ernesto Fazioli,
direttori del Museo Internazionale dei Tarocchi. ore 21.00:
inaugurazione mostra IL PORTO NASCOSTO (segni e simboli) con
presentazione critica a cura del professor Gaetano Salerno. Ore
22.00: performance OMAGGIO A PASOLINI (artisti: Adolfina
De Stefani e Antonello Mantovani, con la partecipazione di Donato
Ceron), dedicata alla scrittura e al segno di Pier Paolo Pasolini nel
quarantesimo anniversario della morte.
inaugurazione
mostra
24
gennaio 2015
apertura
mostra
25
gennaio - 30 gennaio 2015
orari
apertura
lunedì
- mercoledì - venerdì 10.00 - 14.00
martedì
- giovedì 10.00 - 17.00
ingresso
libero
Complesso
del Baraccano
Sala
Esposizioni Giulio Cavazza
Quartiere
Santo Stefano
Via
Santo Stefano, 119
Bologna
info
gaetano
salerno
+
39 348 54 43 851
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