Madi' (Galleria Valmore)

Dal 6 Novembre 2009 al 10 Gennaio 2010

Apuntozeta  
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COMUNICATO STAMPA


Valmore studio d'arte - Vicenza

Contrà Porta S. Croce 14 - Tel/fax 0039(0)444.322557

e.mail: arte@valmore.it



con il patrocinio di Comune di Vicenza




inaugura presso la propria sede

venerdì 6 novembre 2009 alle ore 18.00


Madì

dalle inquietudini dell'astrazione geometrica una rivoluzione in nome di “creazione e invenzione”


C. Arden Quin, Bolivar, M. Forlivesi, R. F. Frangi,

G. Pinna, S. Presta, P. Zangara


La mostra proseguirà fino al 30 gennaio 2010 con il seguente orario:

da martedì a sabato dalle 16.00 alle 19.30 o su appuntamento

chiuso dal 25 dicembre 2009 al 6 gennaio 2010



Carmelo Arden Quin fonda nel 1946 a Buenos Aires il Movimento Madì e ne enuncia i principi di “invención” e “creación” nel Pre-Manifesto scritto nell'aprile dello stesso anno.

Il termine Madì viene formato per aggregazione delle prime due sillabe di Materialismo Dialettico: materialismo perchè propone una geometria marxiana in quanto l'oggetto-opera non esprime, non rappresenta, non significa, ma è vero in sé; dialettico perchè si rifà alla filosofia hegeliana.

Dal Pre-Manifesto Madì del 1946:

L'opera è, non esprime.

L'opera è, non rappresenta.

L'opera è, non significa.”


Madì abolisce ogni ingerenza dei fenomeni di espressione, rappresentazione, significato, sostenendo l'importanza del superamento del rettangolo. L'opera Madì ha una ”forma in sè” senza costrizione all'interno di un perimetro regolare, e mette fine al dominio dei soli 4 angoli. Usa materiali nuovi: plastica, acciaio, vetro, plexiglass. “È una rivoluzione permanente di creazione plastica”. Si pone come superamento dell'arte costruttivista e dell'arte concreta “che non hanno mai conosciuto la bellezza del movimento”. L'opera viene rigorosamente strutturata in accordo con la composizione pittorica che ridà al dipinto l'autonomia di creazione plastica fine a sé stessa.

L'idea del Madì arriva in Europa nel 1948 al III Salon des Réalités Nouvelles di Parigi e conseguentemente si diffonde in tutto il mondo.

Nell'avanguardia aniconica argentina si trovano già una forte base teorica, dovuta anche alla presenza di Maldonado che nel 1945 diede vita all'Arte Concreta, e un diffuso sperimentalismo che saranno propri di molti artisti Madì. Essi, da questo substrato culturale e riferendosi anche alle avanguardie europee, sanno creare opere originali.

Madì non ha storia, esso fa in permanenza la storia, fa in permanenza il presente e l'avvenire.” (Carmelo Arden Quin)

Le idee di Carmelo Arden Quin si diffondono in tutto il mondo e arrivano in Italia negli anni '80, grazie anche a Salvador Presta, creando sodalizi artistici che nel tempo conoscono defezioni e nuovi arrivi.


Gli artisti italiani presentati in questa mostra sono confluiti nel Madì negli anni '90 partendo ciascuno da esperienze personali derivanti tutte da un rigore logico-matematico, conservato anche nel nuovo fare artistico.

Oltre al Maestro Carmelo Arden Quin e al suo connazionale e amico Bolivar, in questa mostra sono presenti: Mirella Forlivesi, che arriva al Madì dalle precedenti ricerche ed esperienze di arte concreta e costruttivista degli anni '60, passando anche attraverso il cinetismo, continuando uno sperimentalismo improntato a una severa ratio geometrica.

Reale F. Frangi, che fin dalla fine degli anni '60 si dedica a figure astratto-geometriche, prefigurando le teorie dell'arte Madì, e approda a forme in continua evoluzione geometrica in una struttura matematica, analizzando la dialettica tra positivo-negativo con originalità inventiva. Cofondatore nel 1991 del Madì Italia.

Gaetano Pinna, proveniente da esperienze percettivistico-costruttive e da ricerche in ambito di “architettura dell'immaginario”, crea forme molto personali definendo uno spazio fisico vuoto tra superfici relazionate tra loro.

L'italo -argentino Salvador Presta presenta le sue prime opere astratte a Buenos Aires con Tomàs Maldonado nel 1946 e successivamente entra a far parte del Madì. Per suo merito il Madì approderà in Italia negli anni '80 e continuerà con rinnovato impulso negli anni '90 grazie a numerose mostre del Madì italiano in Europa e nel mondo. Egli crea architetture aeree con geometrie mobili libere nello spazio dette “composizioni aerocubiche”, che giocano sulla contiguità cromatica e sulla dimensione degli elementi cubici da cui sono composte.

Piergiorgio Zangara, che partendo da esperienze logico-geometriche, sente la necessità di liberare nello spazio immagini derivanti da agglomerazioni sequenze e sovrapposizioni di cubi e semicerchi con ritmo cromatico preordinato.



Musei Madì nel mondo:


- MACLA: Museo Arte Latino Americano - La Plata, Buenos Aires, Argentina

- MADÌ: The Museum of Geometric and Madì art - Dallas, Texas, U.S.A.

- Satoru Sato Art Museum – Tome, Giappone

- International Mobile Madì, Madì Foundation – Budapest, Ungheria

- Museu Madì – Sobral, Brasile

- MAGI: Museo Giulio Bargellini, Sala permanente Madì Internazionale – Pieve di Cento, Bologna

- GAM: Galleria Arte Moderna, Sala permanente Madì Internazionale – Gallarate, Varese


Saranno presenti gli artisti.

Catalogo in galleria con testo critico di Barbara Santarossa e di Valmore Zordan.

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