Roberta Lenzi

Dell'arte , dell'artista, della materia

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Dell'arte , dell' artista , della materia


personale di Roberta Lenzi

inaugurazione Domenica 18 Ottobre 2009 ore 16.30

introduzione di maria Grazia Martina


Bibliosala Breganze dal 18 Ottobre al 1 Novembre 2009

feriali, 15.00 – 19.00

sabato e domenica 10.00 – 12.00 / 15.00 – 19.00

ingresso libero


Le opere di ROBERTA LENZI hanno il tempo lungo dello studio,dell’analisi, accostata all’adesione affettiva della forma, trattatacon la spinta della "necessità interiore" (Kandinskij), vera,autentica, incontrollata, evocata, anima.Atmosfere che si traducono in immediati diaframmi di attesa,silenzi, pause, ombre, spazi vuoti, sospensioni.Fermo immagine sull’affioro poetico ritmato da tocchi lievi,variazioni tonali. Quadri temporali di luce e sogno, amalgami di memoria sussurrata al silenzio. Quadri poetici in cui la parola non è scritta ma udita, nei segnicromatici raccolti dallo sguardo attento della pittrice, uno sguardo filtrato, non tradotto, dalla nitida, fredda razionalità compositiva, ma tralasciato nel vago assorto sfumato.


Mi piace quando il colore scivola, invita a lontananze incognite.

La luce lontana richiama, emerge aria dallo sfondo”


L’artista così mi parla davanti al cavalletto. Scorro lo sguardo davanti alle sue opere: nature morte, ritratti,paesaggi, solitarie marine, soggetti di vita quotidiana, traslati, dalla istantanea alla messa in posa, in diaframmi di attesa. In esse, l’incanto impalpabile del tratto vitale del segno affonda, diluisce, ritorna superficie nell’armonia delle cromie stemperate quasi arie, nembi, orme, ombre. Silenzi dopo la tempesta addensano nelle velature dei pastelli: sottili ricadute di cromatismi lievi, leggere stratificano coltrisinuose, zeffiri delicati, chiari di luna, riflessi nell’acqua. La musicale eleganza della mano della pittrice richiama l’armonia delicata delle melodie chopiniane che accompagnano, in sottofondo sonoro, l’interesse per la rappresentazione della figura umana, gli interni “Senza di noi”, gli effetti di luce su un muro, iGirasoli morenti”, l’inverno, l’andare solitario della fanciulla. Lo sguardo oggettivo talvolta rivela l’applicazione dell’obiettivo fotografico, flash dell’intuizione creativa che ella risolve verso soluzioni immaginative di affinità romantiche, intimiste, simboliste e, talvolta, espressioniste. Nella quiete è avvertibile l’impeto che genera la necessità del dipingere, del trasporsi sulla superficie a colpi di segni, plasmarsi in materia e immagine. Nei piani cromatici la linea soffusa e immersa nella sfumatura si fa segno narrante delle sensazioni raccolte e proiettate quali immagini del sentimento, relazione dello spazio naturale e virtuale del quadro. L’artista procede abbozzando l’insieme compositivo per poi attendere ad una studiata composizione del segno, della direzione, delle nuances che intessono forme, mai concluse, ma solo"intraviste". In questa fase il tempo di posa dilunga in plasmanti tocchi cromatici fino alla definizione dell’opera.


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