Letture 2019

Luoghi riemersi

 
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Lia Cucconi è nata a Carpi (Modena). Si è trasferita a Torino nei 1961, dove vive. Dopo gli studi all’Accademia Albertina di Belle Arti e un periodo di insegnamento, si è dedicata alla poesia e al disegno. Nel disegno ha espresso mostre e collaborato con amici poeti dialettali con disegni per i loro libri, mentre in poesia ha pubblicato (Otto libri) in dialetto emiliano. Testi finalisti al Premio “Giovanni Pascoli”, e con Cal tui d’è gnint / Cal gnint cl' è tutt primo premio “Paolo Bertolani” 2010 LericiPea. Ha ricevuto altri riconoscimenti per poesie singole, compreso il primo premio a Roma in Campidoglio al Salva la tua lingua locale, 2017. La critica del settore ha definito questa sua forma di poesia: Voce fra le più significative e riconoscibili della poesia italiana neo-dialettale”, per i contenuti espressivi di temi civili.

Tale aspetto è riportato anche nella poesia in lingua, dove la forma tradizionale si apre alla ricerca, come quella Landays; ricerca sostenuta da consensi e riconoscimenti per testi singoli e per i tre libri pubblicati. La loro forma aperta è vicina alla poetica di Anterem, consolidata nel libro Intrusiva pubblicato da Bernasconi, Lugano (CH) 2000, e segnalato al Premio “Lorenzo Montano”. A questo premio ha partecipato negli anni seguenti ricevendo segnalazioni e menzioni.



Niente


è il vecchio sepolcro dell' io...

errante fossa... dove è viola

l' eco disgiunto... in cui si disereda

quel fuori già scomparso nell' inciampo

chiamato vita... niente... nel germoglio...

sfiora il crimine suo nell' assoluto...

d' essere più nodo... o aurora... nel fuoco

che indora... del nulla quel suo passo...

in attesa... se mai ci sarà cosa...

d' avvolgersi nel lino senza peccato.



Oggi


è congiuntura che indossa l' oasi

nell' immediato incontro con il tempo...

è chiara visione... nell' impercorso...

larva... certezza... non è il valore...

... veltro è l' incontro... del vero rischio...

s' interra per radice nel vecchio oltre...

s' incalza l' inganno... a fermo trascorrere...

di spedute arcate fiorite... o ponti...

che afferrano dello specchio quell' acque....

di superficie... a pendolo del fondo.


JAlbum 7.3